Recensire una première (così come recensire un pilot) non è mai semplice. Perché c’è sempre il grande dubbio che aleggia per i primi trenta minuti e che si tramuta in certezza nei secondi venti (circa) e cioè: come andranno le cose quest’anno?
Partiamo assodando che Matthew è morto. Ce l’hanno ucciso stagione scorsa, io sono tra quelli che non lo rimpiangerà disperatamente, ma da quello che ho visto nemmeno lo showrunner l’ha rimpianto troppo. Va bene trasmettere l’idea che la vita va avanti, che ci sono i problemi delle tasse di Downton da pagare, ma… un po’ più di cordoglio? Già il semplice fatto che la scorsa stagione si sia chiusa in maniera cupa e questa si apra su una bella giornata di sole lascerebbe trasparire un desiderio di portare avanti nuove trame e sviluppi. Solo che ne arrivano pochi. Il ritmo è come sempre frenetico (specialmente nelle scene della servitù) e nonostante questo, niente sembra essere cambiato. Si potrebbe pensare che sia una scelta voluta, di aderenza al periodo Edwardiano in cui la serie è ambientata… ma appunto, è una serieTV e un po’ di novità in trame e sottotrame ci vuole. Altro punto a sfavore, in certe scene (non troppe per fortuna) i dialoghi erano un pelo superflui e poco brillanti.
Nonostante questo non me la sento di dire che sia una brutta puntata. Non lo è perché l’interpretazione algida di Michelle Dockery è così profonda e toccante da farti dimenticare le pecche di sceneggiatura. Il momento in cui affiora tutta la sua fragilità è gestito in maniera magistrale: poteva essere stucchevole, invece è emozionantissimo. Il gioco dei colori sulla fotografia non fa che enfatizzare il contrasto tra lo stato d’animo di lei e il contesto in cui è inserita. E, seguendo questo filone narrativo, viene introdotta in maniera piacevole la “rinascita” del personaggio, che finalmente esce da uno stato di quasi catatonico torpore, e che si spera di veder crescere ancora nei prossimi episodi. Non avete trovato anche voi adorabili i piccoli parallelismi che ricollegavano questa première al pilot o ad altri momenti della serie?
Tuttavia nel ritrovare una splendida Mary ci tocca anche sorbirci il ritorno di una inutile Edna. Io dico solo una cosa: Perché?
Le scene della servitù erano molto interessanti, sicuramente più godibili degli scialbi dialoghi di Lord Grantham (personaggio che ha bisogno di trovare un po’ più di spessore, inizia a provocare insofferenza). Il ritorno di un personaggio che, tutto sommato, nessuno rimpiangeva ha rischiato di togliere smalto ai momenti più “leggeri” ma piacevoli dell’episodio. Ancora una volta verrebbe da dire: viva la servitù.
Altro punto a favore, come sempre, la fotogafia e la scenografia. C’è da rimanere incantati, tanto che non è poi un caso se la serie può tranquillamente essere definita un “affresco” dell’epoca che rappresenta, certe scene sembrano quadri, bellissime opere d’arte.
Non ci resta che sperare che le piccole pecche di questa première vengano corrette strada facendo, così che questa serie così impeccabilmente british raggiunga il suo pieno potenziale, che punta ovviamente all’eccellenza.